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Viaggi - Canada 2001

Canada (19 -31 agosto 2001)

La Valletta Group - Canada 2001La Valletta Group - Canada 2001Il Canada e' grande, e anche le Canadesi (vedi la cartolina che e' stata inviata ai "superstiti" della Valletta.

Quest'anno finalmente si e ' coronato il sogno piu' volte accarezzato e sempre rimandato a migliore occasione. Data l'importanza dell'avvenimento e' stato anticipato l'orario della partenza, praticamente nel cuore della notte: le due e mezza! Solo la fifa dell'imbarco ha svegliato definitivamente Luciano che fino ad allora era praticamente in dormiveglia ed e' rimasto di vedetta fino alla fine della trasvolata quando se ne e' uscito con un liberatorio "TERRA, TERRA, LA VEDO!" (...finalmente n.d.r.). Arrivati cosi' sani e salvi al traguardo sono cominciati i primi guai dato che l'intero gruppo si e' trovato possessore di un'unica valigia contenente la biancheria di Letizia. Solo in serata sono arrivati gli altri 100 colli al seguito della compagnia grazie alla coraggiosa sortita di Giovanni che ha seguito strade a lui solo conosciute per recuperarli.

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E FU SERA E FU MATTINA: SECONDO GIORNO

In una giornata piovigginosa e ancora sfasato dal cambio di fuso, il gruppo si lascia alle spalle Montreal (che sara' visitata in seguito) dirigendosi verso Nord lungo il corso del San Lorenzo in cerca della "casetta in Canada'" prenotata via Internet da Giovanni. , ma neppure nelle piu' rosee aspettative il gruppo credeva di trovare un ambiente cosi' confortevole e atto alle proprie abitudini ed esigenze: decinaia di camere, comodi servizi, ampio salone con caminetto, cucina, tinello, lavanderia, stireria, sauna e infine parco completo di meleto e marmotta incorporata. Cosi', prima di prendere confidenza con il cibo canadese la comitiva si e' disintossicata gradualmente da spaghetti, pane e cibo italiano. Dani Dani ha proposto di smontare la casetta pezzo per pezzo e rimontarla nel bosco della Valletta ...ma non c'erano valigie abbastanza grandi!

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E FU SERA E FU MATTINA: TERZO GIORNO

Ormai collaudata la disposizione nei pulmini che procedono in fila indiana capitanati da Giovanni col supporto del navigatore satellitare (leggi Andrea munito di cartina e occhiali da sole ultrascuri per mascherare gli abbiocchi dei colpi di sonno), si procede verso Quebec-city alla "pallosa" velocita' di 100 Km. orari. La prima richiesta di informazioni non sortisce l'effetto sperato per incomprensioni varie, praticamente non ci hanno capito il classico "piffero". Il pezzo forte della giornata e' stato Riccardo che ha fatto il cicerone guidando tutto il gruppo per il centro della citta' districandosi abilmente, cartina alla mano. Giornata di incontri con estimatori dell'Italia, prima nel sagrato della Chiesa di Notre Dame con un sacerdote che ha compiuto gli studi in Toscana, entusiasta dei suoi ricordi e dell'ospitalita' a suo tempo trovata, poi un gruppo di canadesi che Dani Dani, con il suo splendido inglese, ha piacevolmente intrattenuto; il colloquio e' andato per le lunghe, i canadesi che dicevano "Milano", Dani Dani che rispondeva "Oh iea", i candesi che insistevano "Firenzhe", e Dani Dani "Oh iea" , l'apoteosi si e' verificata con "Siena, Palio" e Dani Dani ha sfoderato tutto il repertorio di "oh iea, oh iea". Terminati il tour e le spese il gruppo ha ripreso la strada per la casetta in Canada' dove si e' svolta la festa di compleanno della nostra Dani Dani.

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La Casetta in Canadà

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E FU SERA E FU MATTINA: QUARTO GIORNO

Giornata dedicata all'avvistamento delle balene di mare, di quelle di terra ne avevano abbastanza. I tre pulmini percorrono strade alternative per raggiungere l'estuario del San Lorenzo, attraversando boschi, campi e piccoli centri abitati con casette in legno e pali della luce carichi di fili del telefono, dell'elettricita', magari fibre ottiche, ma come usavano in Italia qualche anno fa. Nessuna persona in giro a piedi solo macchine posteggiate sul davanti delle case; si procede cosi' per circa 200 chilometri; all'unico gruppetto di 4 persone incontrato durante il tragitto sono stati riservati sbracciamenti e calorosi saluti all'italiana. L'Oceano si presenta con bande di nebbia che il vento sposta in varie direzioni, e l'umidita' che costringe ad indossare le giacche a vento. Al termine della strada un battello porta il gruppo dei visitatori dall'altra parte del "fiordo" da dove poi si parte per il largo della Baia di San Lorenzo. Ad Ivana l'onore di avvistare la prima balena con un urlo che ha fatto girare tutti i partecipanti in tempo per cogliere lo spruzzo e la groppa del cetaceo che scompare sotto il pelo dell'acqua. Le foto dell'avvistamento mostrano forme indistinte che potrebbero essere foche, delfini, anatre od oche selvatiche, o forse un cormorano ... ci dobbiamo fidare sulla parola. Ritorno alla casetta in Canada', nuovamente per festeggiare, stavolta il compleanno di Elvio.

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I servizi interni ed esterni della casetta in Canadà

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E FU SERA E FU MATTINA: QUINTO GIORNO

Finalmente in visita ad uno dei famosi parchi canadesi che colpisce il gruppo con i suoi splendidi colori nonostante la giornata senza sole. Tutti si aspettavano alberi tipo le sequoie invece le piante (dal diametro al massimo di 20 centimetri) poggiano su un sottile strato di terra fertile, il resto e' dura roccia. Molto suggestivi i laghetti di cui il parco era disseminato. Scartato il percorso a piedi causa pioggerellina, i nostri hanno organizzato un picnic nel casotto attrezzato tirando fuori il cestino della merenda: 12 bustoni di cibarie compreso il barattolo di miele appositamente acquistato nel caso l'orso Yoghi avesse deciso di unirsi al banchetto. (n.d.r.: il vasetto di miele e' ritornato in Italia dato che di orsi non se ne e' vista neanche l'ombra). sono state iniziate le grandi pulizie per lasciare in ordine la casetta in Canada', finche' qualcuno ha letto il regolamento rendendosi conto che non erano previste, di conseguenze tutto mollato li' con gran sollievo delle donne della Valletta.

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Sala pranzo della casetta in Canadà

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E FU SERA E FU MATTINA: SESTO GIORNO

Di nuovo a Montreal, stesso albergo, ma stavolta per la visita della citta', centro storico compreso. Visita del porto in riscio' appositamente noleggiato dalla coppia Luciano-Elvio. Non poteva mancare lo shopping nella famosa Montreal-sotterranea compresa la cena a base di vera pizza italiana e vera Coca Cola americana.

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E FU SERA E FU MATTINA: SETTIMO GIORNO

La Valletta Group - Canada 2001La visita al villaggio olimpico di Montreal ispira il gruppo che si dedica al "Paraponzi-ponzi-ponzi-pero Paraponzi-ponzi-ponzi-pa'" in sincrono, sport non praticato da Giovanni che pero' immortala la prestazione (vedi contributo fotografico). Il giardino botanico,era diviso a settori allestiti secondo le tradizioni di varie nazioni tanto da dare all'unico parco piu' anime: giapponese, cinese, italiana, scandinava etc., incantando tutti con i laghetti pieni di pesci variopinti ma le piante piu' degne di nota sono quelle dei piedi, lessi alla fine della passeggiata. La speciale organizzazione della Valletta Tour porta i nostri, in perfetto orario, senza giri viziosi, in fila per tre, proprio davanti all'albergo di Ottawa posto a due passi dalla sede del Parlamento. Invaso come sempre l'albergo per prendere possesso delle camere assegnate, previa supervisione di Giovanni che controlla preventivamente il vaucer, i nostri si sono sguinzagliati per la citta' in cerca di un ristorante. Dato il numero elevato di persone, diversi ristoranti hanno declinato la responsabilita'

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E FU SERA E FU MATTINA:OTTAVO GIORNO

Opportunamente consultata la guida, ancora in possesso di Giovanni che poi la dimentichera' in un posto appartato, la Valletta group e' andata ad assistere al carosello delle guardie reali del Canada', schierate sul prato antistante il Parlamento. Il colpo d'occhio delle numerosissime comparse (oltre un migliaio) era fenomenale e i movimenti coreografici erano scanditi dall' ottimo accompagnamento della banda che ha richiamato persone da ogni angolo della citta' soprattutto perche' alla testa del corpo bandistico c'erano le cornamuse scozzesi. Era decisamente la giornata no per Giovanni, infatti un improvviso scroscio d'acqua ha costretto il gruppo a ripararsi sotto un ponte assieme a molte altre persone, in particolare ad un curioso personaggio orientale munito di carrozzella a motore. Il tipo si e' allontanato all'improvviso di gran carriera e sono passati alcuni minuti prima di rendersi conto che assieme a lui si era allontanata anche la cinepresa. Meno male che almeno il nastro era stato appena cambiato, cosi' il tizio potra' filmare per 45 minuti sani, (standard europeo PAL), peccato che non potra' rivederselomicitisipi, e noi abbiamo salvato le immagini fin qui utilizzate, da ora in poi dovrete accontentarvi dei contributi fotografici. L'obbligo del pranzo e' stato assolto in un centro commerciale, rispettando due minuti di silenzio per la compianta telecamera. La serata si e' conclusa simpaticamente con "la grande abbuffata" ovvero buffet fornitissimo a prezzo fisso, con l'imbuto incluso, dato che il locale chiudeva dopo cinque minuti che i nostri erano entrati.

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E FU SERA E FU MATTINA: NONO GIORNO

Via verso l'avventura incontro agli orsi: la Valletta Group in Tour, allunga il percorso in direzione Toronto per attraversare uno dei piu' famosi parchi canadesi il cui nome ci sfugge e la guida non ci puo' piu' aiutare. Anche stavolta nessun avvistamento di orso, salvo qualche orma; non ha funzionato neppure il solito vasetto di miele aperto sul tavolo del pranzo, in compenso non e' mancato di avvistare i soliti scoiattoli che ci hanno tenuto compagnia in ogni sito visitato. Degna di nota la deroga ai limiti di velocita' nell'autostrada che di fatto arrivava a ben 130 km.all'ora nonostante il limite massimo fosse i soliti sonnolenti 100 km. all'ora. Stanchi ma felici i nostri si sono sistemati nell'albergo per godere del meritato riposo.

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La Valletta Group - Canada 2001E FU SERA E FU MATTINA: DECIMO GIORNO

Dando ascolto alle previsioni del tempo, il gruppo ha rimandato a domani la gita alle cascate del Niagara per dedicarsi alla visita della citta' di Toronto. Prima tappa alla CN Tower, con qualche defezione causa vertigini, tanto per non fare nomi: Emanuela, Enio, Luciano e Benedetta che pero' hanno fatto ammenda guardando le foto almeno tre volte. La cosa piu' suggestiva della torre, oltre al panorama della citta', e' stato il pavimento a pannelli di vetro su cui faceva un certo effetto a camminare. Giro della citta' nel tipico bus a due piani scoperto abbinato al tour in battello sull' Ontario, (di notevole effetto la vista della citta dal lago, certamente il suo lato migliore); qualcuno ha gridato ad alta voce "le balene, le balene" solo per svegliare Ivana che pisolava senza ritegno, in realta' erano le oche selvatiche che popolavano i vari parchi sparsi nelle isolette del lago. Nel giro di ritorno sul bus i nostri hanno approfittato di una fermata vicino all'albergo per scendere al volo.

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E FU SERA E FU MATTINA: UNDICESIMO GIORNO

Tanto per non rimpiangere il "pabbe" di Mariangela, abbiamo ribattezzato le cascate del "Gniagara", dove siamo arrivati dopo un giro vizioso di oltre un'ora, che e' passato inosservato ai piu', ma non e' sfuggito all'occhio vigile di Letizia. Come sia sia, finalmente eccoci al clou della gita, ma il primo impatto e' stato traumatico dato che ci aspettavamo un paesaggio un po' piu' bucolico, certo non tutto quel cemento. La cosa ha assunto un'altra prospettiva avvicinandosi lungo il percorso alle cascate, sia per il loro impetuoso suono sia per l'effetto visivo sempre piu' grandioso. Il momento focale e' stato la vista delle cascate dal basso a bordo del battello, tutti bardati come marziani dagli impermeabili azzurri. Qualcuno ha avuto l'impressione di trovarsi in un guscio di noce in mezzo a una tempesta di mare tanto era fragoroso e maestoso il repentino salto delle acque. La nuvola di vapore e gli spruzzi sollevati dalle cascate nascondevano alla vista tutto l'ambiente circostante aggiunto dall'uomo restituendo un'immagine naturale ed assolutamente unica , proprio quella che avevamo sperato di trovare. Ci sia consentita una considerazione finale: le cascate sono la classica ciliegina sulla torta di un viaggio che vale la pena di consigliare, e che si e' rivelato infine appagante. A sera cascate di champagne per i festeggiamenti del venticinquesimo anniversario di nozze di Ivana e Giovanni.

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E FU SERA E FU MATTINA: DODICESIMO E ULTIMO GIORNO

Il pensiero di tutti ormai e' alla casa e al lungo volo di ritorno. Assicurate le valigie con catene, lucchetti, etichette variopinte e scoch in modo da renderle imperdibili, i nostri erano ormai sicuri di essere felicemente instradati verso l'aereoporto per un tranquillo viaggio. Ma, dietro l'angolo c'e' sempre una sorpresa pronta, infatti, scese armi e bagagli, pronti a restituire le macchine noleggiate, appunto dietro un angolo sparisce Giovanni lasciando nelle peste Elvio, Luciano e Daniela, gli unici tre del gruppo totalmente sprovvisti della lingua inglese di cui conoscono solo tre parole: yes, good bye, I love you, che non servono assolutamente al caso. A forza di sensi obbligatori di percorso , la sfortunata carovana, priva del capo-navigatore, si allontanava sempre di piu' dall'aereoporto in direzione Gniagara-falls. Sempre piu' in preda al panico (e "Panico" del resto era all'aeroporto) i nostri eroi stavano perdendo tutte le speranze di imbarcarsi per tempo insieme al gruppo, quando Daniela-occhio-di-lince ha avvistato un "uccello" (n.d.r. il simbolo dell'aereoporto), Elvio-manovra-pazza ha effettuato retromarcia facendo gli scongiuri e Luciano-pazzo-te-pazzo-io lo ha seguito a rotta di collo. Con l'aiuto di Dio ...e del famigerato "uccello" i malcapitati sono arrivati al deposito Herz dove sono stati raggiunti da Letizia e da un allibito e costernato Giovanni cui non sono state risparmiate invettive varie. Opportunamente salassati dai conteggi di conguaglio della Herz il gruppo al completo ha iniziato le operazioni di imbarco. Il volo, a dispetto delle ultime vicissitudini, e salvo qualche piccolo vuoto d'aria, si e' concluso felicemente anche perche' il Bargagli ha avuto la pazienza di aspettarci per l'ultimo tratto Fiumicino-Piancastagnaio. Mentre scorrono dal finestrino le familiari immagini della campagna etrusca, "al travaglio usato, ognun col suo pensier fara' ritorno" THE END