logo la valletta group 2014

Viaggi - Irlanda 2006


diario di viaggio

SABATO 19 AGOSTO  Alla Valletta Angela dà i compiti al Gruppo Vacanze:

"Che ne direste se ognuno di voi mi portasse la cronaca di un giorno di gita, così quest'anno il resoconto ve lo fate da soli?" L'idea, contrariamente a quanto si aspettava, è stata accolta di buon grado e al ritorno si è vista consegnare foglietti del block notes (appositamente acquistato da Manuela per questo uso), redatti diligentemente a mano dai più volenterosi, qualcuno già copiato a computer, - Elvio per deformazione professionale, su carta uso bollo - con tanto di timbro e firma notarile; uno che sembra una relazione tecnica con tanto di note richiamanti paragrafi delle guide di Letizia, Giovanni e Andrea, (Enio non si smentisce)!,  e infine un altro dettato all'impronta al primo ritrovo qui alla Valletta. Ecco di seguito queste variegate cronache, buona lettura e buon divertimento!

DOMENICA 20 AGOSTO -  ovvero "I' venti: giornata di stenti e patimenti" BY LUCIANO

Suona la sveglia alle 5,20 a.m. ci si alza con gli occhi, e non solo,  attopati e a tastoni si guadagna il bagno. Alle 6 in punto l'auto di Letizia, precedentemente caricata di tutti i bagagli, (per risparmiare un'ulteriore mezz'oretta di sonno), varca il cancello di casa dove, tutti lavati e pettinati, Egnio e famiglia sono già pronti per la partenza. Qualcun'altro, che pensava che l'appuntamento fosse alle sei di Luciano, si è presentato con 15 minuti di ritardo!!! Non faccio cognomi ... ma solo nomi: Giovanni. Si parte alla volta di Fiumicino e solo vicino a Civitavecchia si comincia a ragionare  finendo di svegliarci con un buon caffè italiano. Proseguiamo indisturbati fino all'aereoporto dove Giovanni ed io scarichiamo armi e bagagli per lasciare le auto al parcheggio "lunga-sosta". Senza ulteriori ripensamenti raggiungiamo la navetta dove il gruppo è già salito per avviarsi al ceck-in, c'è chiii?!?! Effettuato l'imbarco si decolla e si atterra in maniera perfetta ...per chi è seduto nelle prime file, chi invece si trova in coda...una volta per uno tocca sempre a me!!!, avverte sbandate e scoglionzolamenti piuttosto allarmanti.
 

All'aereoporto di Dublino ci facciamo assegnare le automobili e usciamo per ritirarle. Tutte le società noleggiatrici, AVIS, HERTZ, ecc., ecc., avevano il parco macchine all'interno dell'aereoporto, la nostra invece no. Dopo tre giri dei parcheggi nell'area aereoportuale, l'intervento miracoloso degli interpreti ufficiali della Valletta: Letizia e Giovanni, ci indirizza a salire sul taxi che finalmente ci accompagna alla stazione di noleggio. Ma il peggio doveva ancora venire: la guida a sinistra, il volante a destra e non ultimo il tergicristalli al posto delle frecce e mettiamo subito alla prova le abilità dei conduttori Giovanni ed io, immettendoci nel traffico cittadino. La prima rotonda è stato un incubo: per fortuna Andrea, posizionato nella macchina che seguiva, vedendo il movimento del mio tergicristalli  ha intuito la svolta a sinistra. Il successivo quarto d'ora è trascorso per indovinare, cercando di interpretare la guida dei locali, quale era la corsia di marcia e quale quella di sorpasso. Presa la giusta andatura abbiamo raggiunto il centro di Carrickmacross facendo il giro del paese due o tre volte prima di renderci conto che avevamo prenotato il pernottamento in una farm-house completamente fuori del paese, tipico Bed and Breakfast locale. Facciamo appena in tempo a scaricare i bagagli che dobbiamo risalire in macchina per cercare un posto per la cena accontentandoci di un comune ristorante, visto che avevamo piuttosto fame. Elvio si è fatto riconoscere subito ordinando una carbonara che era squisita per la prima metà, scotta per altre tre o quattro forchettate e piuttosto scadente alle ultime due, forse lo stomaco si era contentato. Andrea ha cominciato ad entrare nello spirito irlandese scolandosi pinte di Guinness da ora in poi. Alla fine, stanchi ma felici, (chiosa alla Peppe), ci siamo colcati.  P.S. Essondosi che è vicina la mezzanotte, passo il testimone del resoconto a Elvio.

LUNEDI  21 AGOSTO  - Da Carrickmacross a Ballintoy (ELVIO)

Mai avrei creduto, in vita mia, di provare nuovamente sensazioni già vissute nella prima infanzia e, almeno da noi, irrimediabilmente perdute. Era dai tempi in cui trascorrevo d'estate presso il podere dei miei nonni, ossia da bambino, che all'alba, non venivo svegliato dal canto del gallo e non ritrovavo il gusto dei cibi e dei sapori di una volta. Si intravedono le prime luci del mattino e il perentorio chicchirichì di un gallo irlandese annuncia all'amena vallata verde, che circonda la casa che ci ospita, il sorgere del nuovo giorno, diffondendo il suo canto fino alla periferia della cittadina di Carrickmacross, tanto carina nell'aspetto, quanto impronunciabile nel nome. Fin qui le dolci sensazioni, e non ci sarebbe nulla di strano se al primo canto delle ore e 4,30 (e sottolineo 4,30 a.m.) non avessero fatto seguito, con cadenza ogni mezz'ora circa, altri canti che da piacevoli sono sembrati prima striduli poi insopportabili, finché esasperata, tutta la truppa della Valletta Group in Tour (o quanto di essa residua), si è ritrovata fuori dalla huose, ciascuno con gli occhi fuori delle orbite e con una dannata voglia di tirare il collo al malcapitato galletto. Ma l'aria frizzante del mattino, il paesaggio bucolico e l'impatto con una sostanziosa e squisita prima colazione (Irish breakfast) a base di uovo, pancetta, succo di arancio e/o caffè, latte (davvero squisito quest’ultimo), burro e marmellata, (tanto per stare leggeri), ci ha indotto a più miti consigli. La nostra casa è immersa nel verde, circondata da un prato pascolo con mucche e pony. A proposito di questi ultimi, un cucciolo di pony, subito notato da Ivana, sfodera un organo di notevoli dimensioni, decisamente sproporzionato la sua statura. Sarà per la vista del “lillo del pony”, sarà per i postumi dell'abbondante colazione, ma le compiaciute signore se ne sono uscite in esclamazioni di elogio e meraviglia del tipo: “quanta salute”, “ benedica” etc. Assumo la guida della “Santa Fè”, per dare il cambio a Giovanni, e provo un certo imbarazzo sia per la posizione del guidatore dell'autoveicolo (a destra) sia per la direzione di guida (a sinistra) e l'impatto con il primo bivio è stato traumatico; poi, prese le giuste misure, ci siamo diretti senza indugi in direzione Belfast.
 

Percorrendo l'autostrada e la statale che conducono da Carrickmacross a Belfast, noto la completa mancanza di barriere e dogane fra i due Stati (Repubblica di Irlanda e Irlanda del Nord) e, memore delle battaglie e delle lotte a sfondo religioso e sociale, che a partire dal medioevo fino agli anni ‘70 hanno pervaso queste regioni e le loro popolazioni, ho apprezzato con vero piacere questo moderno senso di pacifica convivenza. Ci accoglie una città ordinata, pulita, il cui centro storico è caratterizzato da costruzioni di tipo vittoriano, stile neoclassico, che riportano alla mente, miniaturizzate, le architetture di Londra, ed in effetti, la città di Belfast, capitale dell'Irlanda del Nord, è più inglese delle cittadine irlandesi. Non poteva mancare, come in ogni gita che si rispetti, di assistere ad una cerimonia nuziale nel municipio di Belfast; questa volta, a giurarsi amore perenne (… non era per “a”… ?) era una coppia di Giapponesi. La foto di rito, il canto “Regina Dell’Amiata” e il “passo cinque saltellante” hanno caratterizzato a nostra mattinata a Belfast. Riprendiamo il percorso in direzione nord-est, verso la costa del North Channel e cominciamo a gustare il meraviglioso paesaggio irlandese, che subito ci richiama alla mente il già a noi noto ambiente scozzese. La panoramica strada, sempre più stretta, si dipana lungo la scogliera del nord-est. A monte il massiccio, ricoperto di erica ricco di pascoli con greggi di pecore e mandrie di mucche e con i territori delimitati nelle proprietà da recinzioni e tanche; a valle la scogliera si getta quasi in tuffo nel mare gelido, limpido, dai colori che spaziano dal verde, al viola, al blu notte. Piccoli scogli, quasi una teoria infinita di sassi e pietre ricoperti di alghe e muschi, si ergono dalla bassa marea; piccole insenature con minuscole spiagge di ciotoli e sabbia sembrano dare respiro al continuo andirivieni delle onde. Qualche temerario abbozza una passeggiata nel litorale. Piccoli fiordi, adibiti a porticcioli rifugio di pescherecci, offrono la scusa a variopinti villaggi di pescatori di affacciarsi sul mare, con costruzioni ad uno o due piani circondate da faraglioni e mura di fortificazione. Sono i borghi di Camlough, Cushendall,Cushendun, della contea di Belfast.

Ci fermiamo in un promontorio per osservare la Rathlin Island e con lo sguardo e riusciamo a intravedere, in lontananza, la Scozia. Nel tardo pomeriggio, abbandoniamo le automobili, per effettuare un'escursione a piedi al “Carrick–a-Rede and Larrybane”. Si tratta di un suggestivo percorso sulle erbose scogliere del nord che conduce alla Larrybane Bay, una baia costituita da un promontorio e da un isolotto separati da una vorticosa voragine, ma collegati da un ponte pedonale fatto di corde e legno. Quasi tutti i Vallettai si sono cimentati, superandola, nella prova di attraversamento del ponte, sotto il quale, a voragine, scorrevano i flutti minacciosi del mare. Sensazione unica, indescrivibile, una via di mezzo fra paura, suggestione, meraviglia, soddisfazione per aver vinto il timore. Passeggiare sull'isolotto poi, ha fornito a tutti l'idea di camminare sul velluto, come calpestare la tundra. All’interno della baia, a pochi metri dal ponte, la Sheep Island sbuca del mare come un grosso fungo, una roccia rossastra ammantata di verde. Indescrivibile il colore del mare, che cangia dal turchino al plumbeo a seconda della vegetazione marina depositata sul fondo. Si riprende il cammino verso Ballyntoy, grande metropoli all'estremo Nord dell'Irlanda, (praticamente due case ed il nostro albergo). E’ tarda sera, ma il chiarore del giorno che non ne vuol sentire di lasciare spazio alla notte, ci fa capire quanto sia alta la nostra latitudine ed il freddo pungente ci lascia intuire quanto vicino sia il Polo Nord. Siamo praticamente in C… al mondo. Fortunatamente l'albergo è attrezzato anche come ristorante ed una lauta cena ci conforta e ci sostenta. Non poteva mancare, a conclusione della giornata, il classico augurio di buon compleanno a Dany Dany. Prima di dormire, imperterriti, abbiamo deciso di fare un'escursione intorno alla City. Tre passi ad andare, fino alla barca con i fiori posta all'inizio del centro abitato, tre a venire; una pisciatina, una Salve Regina ed in santa pace ce ne andiamo a letto.

MARTEDI 22 AGOSTO - Nella tombola pianese il "ventiddue" è la sonata dei badenghi e chi poteva fare la cronaca se non  DANIELA

Dopo una sostanziosa colazione nel ristorante di Ballantoy, un solitario porto protetto da grandi formazioni rocciose, ci siamo diretti al Giant's Causeway (passeggiata del gigante) una scogliera formata da 37.000 colonne di basalto, a forma esagonale, risalente a circa 60 milioni di anni fa, durante l'era terziaria, come risultato delle continue colate di basalto vulcanico seguite da un rapido raffreddamento. Secondo la leggenda, sarebbero opera del gigante Finn MacCool che volle costruirsi un comodo passaggio per raggiungere la sua innamorata, la regina di Staffa, isola scozzese che si trova al largo di questa costa e dove esistono formazioni simili. Raggiunta la scogliera, abbiamo percorso un sentiero che ci ha permesso di vedere, non senza brividi da parte di alcuni di noi che soffrono di vertigini, delle formazioni identificate con i nomi di "occhio del gigante", "canne d'organo", "piede del gigante", ed infine abbiamo osservato le straordinarie colonne basaltiche sulle quali abbiamo camminato per lungo tempo. La passeggiata è stata di circa 3 Km., abbiamo sceso più o meno 150 scalini, ma la fatica è stata compensata dalla bellezza del paesaggio; Enio, Andrea ed io, alla fine della scogliera, per raggiungere il visitor centre, abbiamo utilizzato un autobus adibito al trasporto dei visitatori. Saliti sulla nostra auto, circa 3 Km. ad ovest di Bushmills, un villaggio che si stende sulle due rive del fiume Bush, abbiamo osservato, su uno spuntone roccioso separato dalla terraferma da una profonda gola, l'inquietante sagoma di Dunluce Castle, costruito da Richard Burke e distrutto in parte nel 1639 da una intensa tempesta. Terminata la visita e, dopo aver pranzato con panini, ci siamo diretti verso la nostra terza meta Killybegs, situato nella contea del Donegal e primo porto di pesca dell'Irlanda. Il viaggio per più di un'ora è stato accompagnato dalla pioggia che è ripresa in prossimità della località dove abbiamo pernottato. Arrivati a destinazione, scaricati i bagagli e preso possesso delle camere, siamo poi andati alla ricerca di un ristorante per cenare, la serata è continuata in un pub dove è stato festeggiato il compleanno di Elvio che, dopo la rituale canzone di auguri, ha ricevuto il dono del gruppo della Valletta: un simpatico oggetto rappresentante un fraticello con un maialino (peccato che non c'era anche la maialina!) e un paio di pantaloni bianchi. Elvio ha spento la candelina che fortunatamente io avevo conservato e utilizzato il giorno prima; abbiamo brindato con wiskey, birra e Coca Cola. La serata si è conclusa con una partita a risico tra Giovanni, Letizia, Riccardo e Andrea, una partita a carte tra Emanuela ed Elvio e con l'ascolto di musica irlandese che io ed Enio non abbiamo sentito perchè siamo andati a letto prima degli altri.

MERCOLEDI 23 AGOSTO - Emanuela

Siamo a Killybegs nella contea di Donegal, albergo Copehouse, la giornata per il momento è piovigginosa e verso le nove scendiamo per fare colazione. Eccoci tutti pronti per le 9,40 diretti alla costa nord-ovest: sfilano lungo la strada meravigliose case (con il garage "alla piana" dice Elvio), con giardini verdissimi e fiori di tutti i colori e specie. Le zone più isolate sono prati con tante mucche che lasciano il posto man di mano a greggi di pecore e, quasi all'improvviso, ci è apparsa dinanzi una collina violeggiante di erica, dove la strada sembrava tuffarsi. Proseguiamo il viaggio superando Kilcar e una insenatura a fiordo veramente stupenda, per arrivare a Carrik attraversando una vegetazione rigogliosa e altrettanto stupenda. Ci troviamo su un percorso tipico di montagna dove può passare una sola macchina per volta, sempre accompagnati dalle mucche e con lo spettacolo di un' insenatura che sembra un lago ed ha perfino una piccola spiaggia. I cartelli stradali ci avvisano che siamo nei pressi di Cliffs ed ecco che la strada è sbarrata per lavori in corso e non può essere percorsa in automobile; non ci scoraggiamo e continuiamo il percorso a piedi in una faticosa super-salita. Elvio ed Ivana hanno scarpe da passeggio, assolutamente inadatte ma non si sono voluti perdere lo spettacolo delle montagne rivestite di erica alla nostra destra e dei prati rocciosi con pecore ed arieti, a strapiombo sull'oceano, alla nostra sinistra.

Al termine della salita l'asfalto cede il passo alla terra battuta dove si avventurano solo gli scalatori e noi ci fermiamo ad ammirare il panorama stupendo delle insenature dove le onde si infrangono sulle alte scogliere e poi torniamo indietro per il solito percorso. Nonostante la mattinata sia iniziata piovosa ogni tanto c'è uno sprazzo di sole, la famosa nuvola di sereno (come direbbe Letizia) e finalmente verso le 12,30 il cielo si è aperto del tutto e si sta veramente bene. Siamo arrivati fino a Callas dove abbiamo fatto spesa per il pranzo, ma c'è poca roba, giusto tonno con fagioli e prosciutto cotto che consumiamo in un prato con tavoli circondati dalle pecore, in compenso vista mare, c'è però il solito ventaccio. Nel primo pomeriggio visitiamo un villaggio Museo costituito da poche caratteristiche case con tetti di paglia, istituito da un sacerdote negli anni settanta soprattutto per cercare di dare uno sviluppo turistico alla zona depressa e consegnare ai posteri le memorie del passato. Vi è ricostruita la storia di un tipico villaggio con suppellettili e arredamenti del settecento,  dell'ottocento e del novecento, comprese le camicie da notte - lei e lui - stese sul letto. Vi è compresa una vecchia scuola con banchi di legno e calamai e tutto il materiale didattico dell'epoca ed un pozzo per attingere l'acqua. Molti di questi vecchi oggetti, tipo l'arcolaio, la Singer, il paiolo, l'orinale sotto il letto e la brocca con il catino, erano di uso comune anche nelle nostre case e ci hanno suscitato molti ricordi del passato. Di nuovo in macchina alla volta di Ardana attraversando valli, colline e prati infiniti privi di presenze umane e ricchi di pecore e arieti col muso e le zampe nere. Pensavamo di trovare la lavorazione del tweed ma ci siamo dovuti accontentare di un vecchio telaio in legno. Un sole magnifico ci accompagna all'albergo, lo stesso di ieri, anche perchè non c'è molta scelta, e non riusciamo neanche stasera a berci un Irish coffee dato che in nessun pubbe  ciavevano la crema. Ritirata alle 22 dato che domani ci aspettano diversi chilometri di tragitto.
 

GIOVEDI 24 AGOSTO - Da Killybegs a Galway (IVANA)

Risveglio brusco con grida, risa o pianto, per un pò non sono riuscita a capire, credevo fosse giorno già fatto invece erano le 2:45 di notte. Mi sono affacciata dall'abbaino di camera e giù in strada c'era un gruppo di ragazzi ubriachi fino all'osso. Sono tornata a letto ma il sonno se ne era andato e in più c'era un altro rumore, a me sembrava una pressa a ritmi intervallati, invece a colazione hanno detto che era l'autoclave, pazienza, non c'è male come inizio di giornata, mi sono detta. Dopo due notti consecutive abbiamo lasciato la contea del DONEGAL per GALWAY,   il tempo è variabile e alla guida lungo la strada costeggiata da prati verdissimi e piccoli fiordi, si cimenta  Elvio; il cielo è sempre più plumbeo, arriva la pioggia, come sempre sarà velocissima e il sole tornerà a far capolino caldo e radioso. Una catena di montagne si erge maestosa alla nostra sinistra: è uno splendore quello che appare ai nostri occhi. Piccola sosta a SLIGO, un caffè, un cappellino a Riky, scarpe nuove a Emanuela (l'altro paio si sono rotte), la ricerca di un market per la spesa che non si è trovato in centro.
 

Giunti a STANDHILL ci siamo trovati davanti all'oceano, la spiaggia immensa regalataci dalla bassa marea ci offre uno spettacolo meraviglioso: bimbi e cani corrono felici in lungo e in largo. L'acqua è di un colore indefinito tra lo smeraldo e l'acqua marina, le onde grandi e spumeggianti cullano serfisti, in prevalenza donne; è indefinibile la sensazione di meraviglia e di immensità che provo. Si riparte, e sono le 14:15,  ancora non riusciamo a trovare un'area di sosta per il pranzo, la fame dà i morsi e siamo costretti a fermarci ai lati di una stradina, ormai pratiche dell'arrangio prepariamo i panini nel portabagagli sopra alle valige. Dani Dani per poco non ingoia un "bombo" che era finito dentro al suo bicchiere, per fortuna Andrea l'ha visto!!! Tutto O.K. Si riprende il viaggio verso la cittadina di GALWAY. Stanchi, anzi spossati dopo aver girato a lungo in un traffico caotico siamo riusciti a trovare il B&B grazie alla cartina di Letizia. Appena entrati in casa l'odore forte di cavolfiore ci ha riempito le narici, ci siamo guardati e abbiamo riso ... tutti tranne Elvio. La signora Maria, questo è il nome della proprietaria, ci ha accolti sorridente e gentilmente ci ha messo a disposizione tutto il piano superiore della casa: camere pulite e ordinate. Rinfrescatina generale per la cena e poi via per strade super affollate, ristoranti idem, per cui siamo finiti in un bistrò messicano a mangiare una pizza con un caos pazzesco. Sono già le 21:30 e ci sistemiamo otto da una parte e Luciano e Letizia da un'altra perché non c'erano posti vicini. Dopo cena siamo usciti nuovamente nel viale super affollato dove era iniziata la vita notturna: musica in strada, birra a fiumi e tanti giovani da tutte le parti. In questa cittadina  c'è l'università per cui si trova di tutto e di tutte le razze. Enio e Daniela hanno persino rivisto degli amici di Abbadia incontrati all'aereoporto di Roma prima di partire. Tutto sommato anche questa giornata si è conclusa bene, un pò di stanchezza , quella sì. Lascio la staffetta all'ingegnere che racconterà il giorno che ha da venire.
 

VENERDI 25 AGOSTO - ENIO  & COMPANY

(Ricavato da "Piove ore 8,39 colazione abbondante e varia. Castello Aughe Nanure vedi pagina 188 guida Giovanni. Ore 10,00 è apparsa una nuvola di sereno. Ore 10,45 acquisto vivande per pranzo luculliano speriamo bene??  Per la visita al monastero costo € 6,5 a testa vedi depliant allegato. Gesù, Gerù o San Patrizio??  L'orto era ben fornito, i fiori non troppo curati.    Ore 14,30 pranzo a capanna. Rientro ore 17,30 attraverso strada panoramica."  che tradotto ed approvato con opportune modificazioni ed integrazioni, potrebbe essere:

La mattina si presenta piuttosto male: cappa plumbea dovunque e piove a sprazzi come sembra sia abitudine da queste parti. Verso le dieci ecco una nuvola di sereno e abbiamo ammirato  il Castello di Aughe Nanure, sulle rive del lago Corrib, immerso in un piccolo parco, anche se solo dall'esterno, dato che ogni visita si paga come minimo 2 euro, e che comunque i castelli irlandesi sono perlopiù diroccati e molto simili come struttura ad altri già visti. Solita pausa per acquisti del pranzo luculliano, speriamo bene!!! Invece abbiamo speso volentieri i 6,5 euro per la visita dell'Abazia di Kylemore (vedi prima foto). L'Abbazia è situata ai piedi di una montagna sulle cui pendici spicca una statua bianca che sembra girata all'insù: chi rappresenterà la statua, si chiedono i Vallettai? E' realmente girata oppure no? Si fanno le ipotesi per San Patrizio o per Gesù, ma poi se ne esce Ivana affermando decisa: "E' Gerù" (n.d.r. che sta per Gesù rivolto all'insù). Il complesso architettonico è dimora di suore benedettine  dedite all'educazione delle giovinette. All'interno abbiamo ammirato varie sale arredate per lo scopo cui erano destinate: stanza dei piatti con argenteria e porcellana finissima, stanza della musica con una gran quantità di spartiti, il pianoforte e altri strumenti, la stanza del disegno....  Adiacente all'Abbazia c'era l'edificio adibito al collegio e poco distante la cappella, il tutto immerso in un parco molto curato e suggestivo che si specchiava nelle acque del lago. Un pulmino ci ha condotto al "giardino per la cucina" (per citare la guida a cui ci ha rimandato lo scarno diario di Enio - n.d.r. ) nel quale l'orto era ben fornito e i fiori non troppo curati. La giornata piovosa non ci ha agevolato per consumare il pasto che è avvenuto a "capanna" (macchine acculate, cofani aperti e ombrelli a parare l'interstizio tra i due tettini onde preservare cibarie e persone dallo scroscio di acqua). Peccato che dopo poco abbiamo incrociato uno spazio attrezzato per il pic-nic. Mentre stiamo tornando a Galway, attraverso una bella strada panoramica, ci fermiamo nel villaggio di Cong - famoso perchè ci è stato girato il film L'UOMO TRANQUILLO, con John Wayne, per gustarsi un gelato e la solita ciofega di caffè; in macchina passiamo il tempo leggendo quello che di San Patrizio, patrono di Irlanda, racconta la tradizione: pare che abbia liberato l'isola dai rettili velenosi lanciando innanzi a sè una campana al suono della quale questi si dileguavano. La cena per fortuna è andata meglio del pranzo: bel pub, menù di fish and chips per tutti salvo  Andrea che  ha voluto provare la specialità irlandese: testina di montone stufata. A conclusione hirish coffee per i più golosi.

SABATO 26 AGOSTO -Da Galway a Dingle (ANDREA)

Come è di abitudine, tra e 9:00 e le 9:30, la truppa della Valletta, sperando di beccare la "nuvola di sereno" come dice Enio, è partita da Galway alla volta delle "Cliffs Of Moher", un tratto molto suggestivo di scogliera a picco sull'oceano. Decisa la strada da seguire, l'ormai consueto "tempo irlandese" ha fatto da cornice al CD di musica tradizionale acquistato da Letizia il giorno prima, che ha ben impressionato Luciano, tanto da definirlo una "endovena di valium". Lasciati ben presto i lidi cittadini, mucche e "mucchini", più cavalli che pecore del solito, gli abili conducenti (coattamente indirizzati alla guida a mancina) hanno condotto i 10 turisti fai da te a Ballyvaughan, un paesino sulla baia di Galway, in cui un piccolo mercatino davanti alla scuola elementare ha attirato l'attenzione dei nostri viaggiatori. Patate, carote, zucche, formaggi, torte salate e quanto altro di tipico e tradizionale del luogo ha suscitato entusiasmo, tanto che il pranzo del giorno ne ha ben risentito, tra uno sformato di "ricotta cotta" ed una tortina con le noci fortemente voluta da Daniela. Da qui, attraverso il "Black Head", con i primi spruzzi dell'oceano un po' più mosso del solito e con la minaccia incombente della pioggia, ecco finalmente le "Cliffs Of Moher".

Tralasciando i particolari più o meno tecnici, lo spettacolo visto è stato realmente indescrivibile, anche se un po' forte e faticoso a causa del vento impetuoso e della vertiginosa altezza delle scogliere che hanno convinto Daniela, Enio e Luciano ad una forzata rinuncia. Ritornati alle rispettive macchine, proseguendo in direzione di Milton Malbay, ribattezzato come è nostra abitudine per l'occasione "Milton Barabai",, la sosta pranzo è avvenuta intorno alle 14:30 in uno spiazzo lungo la strada, ma con una sorpresa tutta nuova. Verso la fine del pur sempre lauto pasto, c'è stata la spiegazione del significato della scritta che spesso si trova lungo la strada "COMMUNITY ALERT AREA": una simpatica vecchietta, la "Beppina irlandese", si è avvicinata con incedere sicuro e veloce per controllare chi fossero quelle 10 persone. Appurato il non pericolo e vedendo che i nostri cari si stavano sfamando, gentilmente ci ha detto di restare e sorridente se ne è andata via. Il viaggio è proseguito verso Killimer, tra il solito caffè post pranzo ed un nuovo CD di musica tradizionale, stavolta comprato da me. Qui la Valletta Group in Tour si è imbarcata su una chiatta per andare nei pressi di Tarbert, dalla parte opposta della Clonderalaw Bay. Da qui, il viaggio fino a Dingle non ha preoccupato più di tanto, accompagnato dalle spiegazioni di Letizia e dalle "tettone" di una ragazza irlandese, prontamente notate da Daniela e subito suggerite ai tre "maschietti" della macchina, Andrea, Enio e Luciano. Arrivati a Dingle, i vallettai hanno preso possesso delle rispettive camere in un B&B un po' fuori mano, accompagnati da un trenino molto ordinato di una ventina di mucche di rientro alla stalla. La cena, in un pub del centro, a base di pizza e di luce molto soffusa, ha concluso una dura, ma pur sempre bella giornata in Irlanda. Ah, quasi dimenticavo: due, ma proprio due parole da spendere sul B&B. Sicuramente il più pittoresco di quelli provati sino ad ora: lavandino in camera e tutte, tranne che per la camera mia e di Elvio, con WC e doccia dentro un "armadio" (Luciano e Letizia con porta normale, tanto che Luciano, per chiuderla, ci ha sbattuto le ginocchia seduto sul water, a scorrimento per gli altri).In compenso, io ed Elvio hanno trovato una camera sottotetto ed un WC con il coperchio e la seduta trasparenti , tempestati di sassolini, conchiglie e due stelle marine.     

DOMENICA 27 AGOSTO - Da Dingle a Killarney (GIOVANNI)

Oggi tocca a me, è domenica, sono le 6:30 e sono già sveglio , c’è silenzio assoluto siamo in aperta campagna, solo qualche cinguettio,  non c’è il gallo!! Più tardi devo ricordarmi di chiamare i miei, a casa. Sono quasi le 8:30 la giornata si presenta non limpidissima, l'aria  è frizzante ma  il sole farà come sempre capolino. Vicino al B&B c’è un campetto da tennis e delle racchette, con Riccardo facciamo due tiri poi ci chiamano per il breakfast. Un’occhiata alla cartina, salutiamo Anne e Jhon,  e si parte per il giro della penisola di DINGLE con Letizia al volante della seconda macchina, quella blu (Luciano chiede spazio per la manovra). Le indicazioni sono in gaelico e non si capisce nulla ...alla prima rotonda il nostro navigatore Andrea si inceppa, indica la direzione opposta a quella stabilita, ma non fa’ niente “take your time”, il giro previsto ci riporterà in ogni caso al punto di partenza.

Alla prima tappa, visitiamo il GALLARIUS ORATORY una costruzione in pietra edificata tanti, tanti anni fa’ dai prima cristiani, (n.d.r. Settecento d.C.), è una cappella a capanna di sassi murati a secco. Quì compriamo un tamburello fatto con pelle di capra il BODRHANS (così abbiamo sistemato Peppe). Continuiamo il giro della penisola, con una piccola deviazione raggiungiamo una splendida spiaggia, scattiamo qualche foto compresa quella consueta di gruppo con l’autoscatto. Ora lo posso dire, la cosa che più mi sta’ emozionando di questo viaggio sono queste bellissime  spiagge deserte,  la bassa marea, la sabbia bianca, il blu azzurro dell'oceano,  il verde dei prati, le scogliere in lontananza, il silenzio ....... La strada si fa sempre più impegnativa,  occorre fermarsi per far passare, ci si saluta. 

Arriviamo a SLEA HEAD  punta della penisola e punto più occidentale dell'Europa, di fronte ci sono le isole  BLASKET ISLANDS. In una spiaggia ,sotto di noi, alcuni bambini giocano  con i piedi nell’acqua. Decidiamo di proseguire e superato THE CROSS, una scultura che raffigura la crocifissione, ci fermiamo a visitare le  FAHAN BEEHIVE HUTS, sono delle capanne ad alveare del 1200 AC (assomigliano molto ai nostri nuraghi). E’ quasi mezzogiorno, si comincia a sentire la fame, nonostante la domenica, a DINGLE troviamo un minimarket  aperto dove facciamo la spesa. Torniamo in macchina e decidiamo di fermarci alla prima area attrezzata dopo CONNORS PASS, stiamo viaggiando  in direzione di KILLARNAY, dove pernotteremo per due notti. Al CONNORS PASS scendiamo qualche minuto, tira vento e fa' freddo, le nubi sono basse,  si scorge comunque la  vallata ed in lontananza la baia di TRALEE. Più avanti, troviamo delle persone che si stanno  arrampicando come capre, lo facciamo anche noi, e scopriamo un bel laghetto (foto).  A CASTLEGREGORY, nella baia di TRALEE, troviamo tutto per fare un picnic comodamente. Tira un vento fastidioso, io con il mio panino mi riparo lungo la spiaggia dietro ad una duna, è quello che cercavo. Prima di ripartire facciamo una passeggiata  sulla lunghissima spiaggia,  raccogliamo  conchiglie, ci bagniamo i piedi,  giochiamo con i sassi. Come nei giorni precedenti  i paesini lungo il tragitto sono incantevoli e con case coloratissime. Facciamo tappa a TRALEE per il consueto caffè e gelato dove, un po' a parole un po' a gesti, chiediamo alla ragazza del bar di fermare la macchina del caffè al nostro stop ... ma il risultato è lo stesso, il gusto non cambia (riusciremo mai ad adattarci, apprezzare e rispettare le abitudini ed i gusti locali?) . In perfetto orario arriviamo al nuovo B&B, da fuori è bello, siamo in periferia. Ci accoglie il sig. Michael, una persona anziana, si mostra subito un  po’ burbera e fiscale. Ora, dobbiamo convincere anche lui a sostituire una "double" con una "twin", dice che è al completo, poi che ci rimette, alla fine cede ridendo sotto i baffi anche se non li aveva. Dopo una breve pausa nelle "rooms", con le auto raggiungiamo il centro di KILLARNEY, una bella cittadina,  ci sono alcuni negozi di souvenir ancora aperti, ne approfittiamo tutti, ognuno con le  proprie idee e fantasie  per comprare un regalo, un ricordo di questo indimenticabile viaggio. Terminiamo la giornata in un pub a KILLARNEY con fish & chips, zuppe, irish coffee, guinness ......gelato ... e ... facendo capolino ad ogni pub dove sentiamo musica... ciao.

LUNEDI 28 AGOSTO - LETIZIA

Non ci sono stati dubbi questa mattina sulla scelta del percorso di oggi: tra i 200 Km. di auto per il giro del Kerry e l’escursione al Parco Naturale, la Valletta Tour ha preferito la seconda “opzione”, anche se il tempo inizialmente non sembrava dei migliori (coperto e freddino). Ma, come dice Enio, in Irlanda “si fa giorno più tardi e fino alle 10,30 si può sempre sperare”. Così fiduciosi siamo partiti alla volta del Parco. Luciano e Elvio nutrono in cuor loro l’idea di poter fare un giro a cavallo e hanno controllato vicendevolmente il tipo di calzature indossate all'uopo. Prima di iniziare la passeggiata non è mancata la sosta al Supermarket di turno (quello di oggi particolarmente fornito) pe l'approvvigionamento delle “cibarie” per il pranzo. Dopo due giri della Chiesa siamo riusciti ad imbroccare la strada giusta, anche grazie all’inseguimento di un pulmino che abbiamo “adottato” come pulmino della Valletta (vedi foto con Luciano e Elvio). Arrivati a ROSS CASTLE, tipico castello irlandese a bordo di un lago, il tempo ventoso e freddo ci ha consentito appena di scattare la foto di rito. Per scaldarci un po’ abbiamo deciso di proseguire a piedi per i sentieri del parco che ha, al suo interno, ampi boschi e tre laghi comunicanti posti a diversi livelli. Il parco offre una flora eccezionale (“fauna e cemento un po’ scarsi - commenta Elvio) con enormi piante di querce, allori, ficus benjamin, lauro ceraso, agrifogli, rododendri, tassi barbassi etc… Ma le piante che più ci hanno colpito sono stati i castagni (vedi foto) che, in questa mattina particolarmente autunnale, ci hanno anticipato un po’ l’aria di casa. 

Dopo circa 1 Km. e mezzo siamo arrivati alla MACKROSS HOUSE, una bella villa immersa nel verde e attorniata da uno splendido bosco; non poteva mancare un giardino coloratissimo e odorosissimo di fiori e rose. L’idea di tornare a piedi al parcheggio e le innumerevoli offerte dei vetturini che popolano il parco con i loro calessi (o barrocci?!) ci hanno fatto intraprendere una trattativa siglata con l’ingaggio di due calessi (con tanto di conducente e plaid a corredo) per un giro del Parco fino alle cascate e ritorno al parcheggio. Un po’ stipati nei carrocci, con buona pace di Luciano e Elvio, contenti anche loro del giro “a cavallo”, siamo arrivati alle cascate, ormai un appuntamento immancabile nei tours della Valletta. Meno imponenti di altre visitate in precedenza, hanno offerto ai “piccoli del gruppo (Luciano e Riccardo a cui si è aggiunto Elvio) la possibilità di saltellare sui sassi per raggiungere i punti più alti. Il caffé, oggi particolarmente “corto in tazza piccola” è stato gustato sul punto più panoramico del Parco: LADIE’S VIEW, da cui si è potuto godere un suggestivo panorama dei laghi in cascata (vedi foto). A Killarney, nel pomeriggio, abbiamo potuto visitare la cattedrale di St.Mary, che, pur di recente costruzione, mostra una struttura di tipo gotico con uno stile essenziale e imponente nello stesso tempo. Dopo lo shopping e una lauta cena (a base di Fish & chips, hamburger e lasagne varie), la serata si è conclusa con l’ascolto di buona musica irlandese in un “pabbe”. Il gruppo musicale era composto da 5 elementi: tastierista (wispel e armonica), batterista (con percussioni varie), chitarrista (con varianti fino al mandolino), chitarrista solista e violinista. La Band ha eseguito con grande bravura e professionalità dei pezzi particolarmente trascinanti e coinvolgenti, alternando brani musicali irish con canzoni note (vedi foto…purtroppo senza audio) Di rilievo il batterista con controtempi eccezionali e la cantante che ha una voce veramente bellissima. Si conferma in ogni caso la possibilità di un tour irlandese della Valletta Sound che dovrebbe, secondo Andrea, impegnarsi in altre sonorità! MAH!!!

MARTEDI 29 AGOSTO - Da Killarney a Kilkenny (MANU e ELVIO in tandem)

Ma chi l'ha detto che Irlanda vuol dire soltanto natura e paesaggi da ammirare; essa è piena di storia e di monumenti. Ne è riprova la tappa odierna che, oltre ad essere una lunga tappa di trasferimento e di avvicinamento al volo di ritorno, per una volta ci fa lasciare alle spalle la costa e le sue meraviglie per mostrarci una realtà diversa sia dal punto di vista geografico sia dal punto di vista artistico e storico. Come al solito sveglia con prima colazione alle 8.30, per tutti eccetto che per Andrea. Alle 9.20 partiamo da Killarney con destinazione Kilkenny. Stiamo attraversando un altipiano costituito da distese di verde e prati pascoli naturalmente pieni di mucche e pecore ma ancora più ricchi di allevamenti di cavalli. Siamo nella contea di Tipperary la cui produzione di equini e rinomata in tutto il mondo. Alle 11.45 facciamo la sosta per la spesa e alle 12.30 giungiamo nella cittadina di Cashel. Sembra di essere improvvisamente tornati all’era medievale; una teoria di basse case colorate e variopinte giacciono su un fondovalle sormontato da un promontorio sul quale, a dominio del territorio, sorge una magnifica abbazia fortificata. Si tratta di un complesso costruito in più periodi di cui il primo nucleo, ossia la cappella romanica, è stato edificato nel 1100 ed è a tutt'oggi la parte meglio conservata di tutto il sito architettonico; all'interno si notano ancora i residui di alcuni affreschi dell'epoca; pregevoli le bifore e trifore in stile romanico. Quasi in aderenza a questa prima costruzione, maestosa si erge la cattedrale del 1300 con pianta a croce greca in stile gotico, che slancia le sue arcate e le sue finestre verso il cielo. A differenza della cappella, la cattedrale è completamente priva di tetto a seguito delle note vicende succedutesi con le cruente ed annose guerre tra protestanti e cattolici. Nei vari passaggi di mano e proprietà tra le due fazioni, intorno al 1500, un vescovo cattolico fece erigere a ridosso della cattedrale un castello dove poter abitare e difendersi dalle incursioni nemiche. Come di consueto in questi luoghi, tutto intorno al monumento architettonico, in un ampio giardino è situato il cimitero. Un'ultima e più recente costruzione, che ospita la reception, una sala per i coristi e una piccola cripta, è adibita a museo dove è raccolta una pietra scultorea detta Croce di San Patrizio.

Alla ripresa del cammino abbiamo cercato invano uno spazio attrezzato dove poter fare il picnic, ma ci siamo dovuti adattare a mangiare in piedi in una piccola area di sosta, sfruttando come al solito la valigia di Giovanni quale tavolo per la preparazione dei panini. Il gran vento ci ha consigliati di proseguire senza indugi verso Kilkenny, arrivando così con un certo anticipo al B & B e concedendoci un meritato riposo fino alle 17.30. Poiché il B & B era abbastanza vicino al centro storico, per una sera ci siamo permessi il lusso di lasciare le automobili e di avviarci a piedi alla scoperta della città, con la speranza di fare gli ultimi acquisti; speranza poi disattesa visto che i negozi hanno chiuso alle ore 18. Kilkenny, graziosa cittadina al centro dell'omonima contea, è adagiata sulla vallata del fiume Nore e si sviluppa sulle circostanti colline. Il centro ha le caratteristiche di un borgo medievale e contiene diverse strutture artistiche quali: il castello massiccia costruzione lambita dal fiume Nore, risalente al tardo ‘600 ed eretta a difesa della città; la basilica di Saint Mary (stile gotico tardo ‘800); il palazzo comunale del 1300, in pietra locale, stile romanico medievale con una meravigliosa facciata ed un chiostro interno con balcone ligneo e selciati sampietrini, oggi, purtroppo, adibito ad abitazioni; ma soprattutto la cattedrale di San Canice, edificata tra il 1300 ed il 1500, in stile romanico e gotico con caratteristiche finestre a quadrifoglio lavorate finemente, merlature sui tramezzi dei tetti e campanile a torre circolare. Kilkenny oltre ad essere una cittadina importante per le strutture architettoniche sopra citate, è anche un grosso centro industriale, sede tra l'altro della Hlken. Ci ha colpito una cosa particolare, in questa città, ossia il fatto che era tutta imbandierata con i colori giallo e nero per festeggiare la vittoria della locale squadra dei “gatti” nello sport Hulring (Calcio Gaelico). Per chiudere in modo decoroso la serata, abbiamo trovato un ristorante italiano dove e abbiamo potuto gustare una buona pizza ed un caffè decente. Nell'occasione del loro trentesimo anniversario di matrimonio, poi, Giovanni ed Ivana, hanno offerto il gelato e, udite udite, Elvio ha potuto gustare l'amaro Averna. Chi prima chi dopo, abbiamo fatto tutti ritorno al B & B per il meritato riposo.

MERCOLEDI 30 AGOSTO - Da Kilkenny a Casa (RICCARDO)

Alle 08:30 scendiamo per la prima colazione e la maggior parte di noi mangia bacon, uova e wurstel, io preferisco il latte e caffè con le buone marmellate spalmate sul pane e subito dopo, mentre aspettiamo i ritardatari,  convinco il babbo e Andrea a giocare con me a palla. Finito di caricare i bagagli partiamo verso l'aeroporto di Dublino dove arriviamo dopo circa due ore. Peccato che entriamo dalla parte sbagliata così siamo costretti a fare un giro a vuoto nel parcheggio (spesa di un euro e cinquanta  a macchina) per poi uscire di nuovo senza poter scaricare i bagagli. Eccoci di nuovo dentro l'aeroporto, stavolta dalla parte giusta, e facciamo la guardia ai bagagli mentre Giovanni e Luciano sono andati a riportare le macchine ai noleggiatori. Intanto Andrea, infettato dall'allergia è riuscito, tra uno starnuto e l'altro, tra una energica soffiata di naso e l'altra, a consultare  lo schermo per vedere dove bisogna effettuare il check-in . Quando babbo e Luciano sono tornati abbiamo effettuato questa  operazione e poi abbiamo iniziato a fare spese. Siamo partiti alle tre e dopo due ore e quarantacinque di turbolenza siamo atterrati a Fiumicino. Abbiamo atteso molto sia per prendere i bagagli sia per riprendere le nostre macchine. Ci siamo diretti verso un ristorante che si trova alla fine della Roma- Civitavecchia dove abbiamo riassaporato la cucina italiana, io con una bella bistecca di vitella , babbo e altri con spaghetti e pici, Andrea il maiale e mamma la mozzarella e l'insalata. Finito di mangiare siamo ripartiti. Arrivati a Piancastagnaio abbiamo accompagnato Emanuela ed Elvio a casa e poi ci siamo andati anche noi.

FINE!  AL PROSSIMO VIAGGIO.

DIZIONARIO DEI NEOLOGISMI

RAUCER ovvero VAUCER
GERU' ovvero Gesù rivolto all'insù
NUVOLA DI SERENO ovvero un baffo di sole in mezzo alle nuvole
MILTON MALBAY è diventata Milton Barabai
da appuntare e usare all'occorrenza assieme ai neologismi degli altri anni
TUPECI anzichè Tucepi,    CIFRESCA anzichè Crikvenica,     PABBE  anzichè pUB